MINDFULNESS: JON KABAT ZINN – INCONTRO LIVE STREAMING 3 Aprile 2020

COLTIVARE LA MINDFULNESS DURANTE I MOMENTI CRITICI, Jon Kabat Zinn

Mentre siete seduti qui cercate di “sentire” non solamente con le vostre orecchie, ma con il “diapason” di tutto il vostro corpo. Provate a sentire la presenza di tutte le vite che si stanno vivendo durante questa sorta di ritiro esteso al mondo intero. Cercate di utilizzare questo tempo per unirvi a questa sorta di condivisione globale del Sangha, in questa rete Idra di profonda interconnessione e di realizzare quanto siamo profondamente interconnessi; di comprendere il silenzio qui presente, anche il silenzio che c’è al di sotto delle mie parole, così come quello che c’è sotto il flusso dei pensieri della vostra mente, sotto il battito del vostro stesso cuore. Lasciando andare il passato e il futuro, per ora, soltanto per ora, e donate voi stessi a questo momento presente senza tempo, utilizzando il respiro del corpo; portando la vostra attenzione all’addome, o alle narici, o al torace, o dovunque il vostro respiro sia più vivido. E ogni volta che la mente vaga e se ne va per la sua strada, riportatela alla consapevolezza senza scelta, alla presenza aperta, all’illuminazione silenziosa, semplicemente riposando nella spaziosità senza confini della vostra consapevolezza. Il fatto che ci siano migliaia di persone qui presenti insieme è emblematico di quanto questo possa essere considerata una vera e propria relazione amorosa con ciò che più profondo e migliore di noi come esseri umani. È il riconoscimento di quanto sia importante vivere in modo sano su questa terra. Non c’è nessun posto dove andare, nulla di particolare da fare, o niente per raggiungere il posto dove voi siete già. Siete già completi, state sufficientemente bene, per ora, anche durante questa incredibile catastrofe che stiamo affrontando. Come è già accaduto altre volte in passato, nel corso della storia degli esseri umani. Solo che adesso possiamo affrontarlo con molte più risorse, con molte più possibilità di comprensione su come regolarci e relazionarci a esso, su come cavalcare queste onde di un modo nuovo. Ed è tutto qui in questo momento. Invitando la consapevolezza a diventare la nostra modalità predefinita, il nostro setting naturale, la nostra residenza, la nostra dimora, il nostro rifugio, dove per ora possiamo sentirci al sicuro e liberi.

E ironicamente, mentre questo risveglio sembra essere nulla, o poco più di nulla, questo piccolo nulla che chiamiamo consapevolezza si rivela essere praticamente tutto, quando si tratta di chiedersi quale debba essere la nostra relazione tra ciò che è buono e ciò che è cattivo. E dunque ciò che sembra non essere, nulla non fare nulla, non è altro che il “sintonizzarci” con la nostra innata capacità di consapevolezza, di saggezza; è l’impulso di dare aiuto agli altri meno fortunati di noi. L’azione compassionevole avviene proprio qui in questo momento, riposando in silenzio, anche mentre io sto parlando. Ascoltando il silenzio che c’è nel mezzo e sotto alle mie parole. Stendendo un tappeto di benvenuto per qualsiasi cosa dovesse sorgere. Stiamo imparando e ci stiamo allenando, per così dire, ad intessere questa relazione saggia con tutto questo.

Dove si trova il vostro cuore in questo momento?

Come si trova nel vostro corpo adesso?

È possibile essere completamente qui senza avere alcuna agenda. Pienamente risvegliati; pienamente in contatto; non prigionieri delle nostre paure, o delle proiezioni o dei pensieri, delle circostanze, delle strazianti condizioni in cui ci troviamo. In momenti come questi la cosa più inutile è perdere le nostre menti e il nostro cuore quando ne abbiamo maggiormente bisogno. Perché nella lingua inglese ci sono due termini differenti per indicare la mente e il cuore, mentre in molte lingue asiatiche questa differenza non esiste.

E dunque in questo momento in cui ci troviamo tutti in questo ritiro forzato globale, a causa di questo distanziamento sociale, ciò che sta accadendo sul web ci sta portando a riunirci, ad essere tutti insieme in rete. Ci sono migliaia di situazioni simili a quella che stiamo proponendo noi, ad esempio molti insegnanti di Dharma, che lì fuori stanno offrendo ciò che essi ritengono giusto e opportuno offrire. E tutto ciò è semplicemente bellissimo. E noi siamo solo una piccola onda di un oceano molto più grande.

Io vi sfido, in maniera scherzosa, a domandarvi se, mentre continuo a parlare in questa meditazione guidata, si tratta ancora di una parte della meditazione o se essa è terminata. E naturalmente quelli di voi che mi conoscono bene sanno che per me non esiste una differenza tra l’inizio e la fine della meditazione, perché tutta la vita è essa stessa pratica della meditazione. E dunque vi invito a farlo anche quando perdiamo l’attenzione per milioni di volte, e ci lasciamo prendere dalla paura, dalla rabbia, dalla depressione per le circostanze e per il modo in cui le nostre vite sono state cambiate, perché per molti aspetti la nostra vita è stata cambiata per sempre. Solo Dio sa cosa ci riserva il futuro. Dunque anche quello fa parte della meditazione.

Spesso la pratica della meditazione ha a che fare con il dolore e la sofferenza, che sono connaturati indissolubilmente con la nostra società, parlo principalmente della mia società, del mio Paese, e sono connaturati anche nella struttura stessa delle nostre leggi che sembrano finalizzate esclusivamente a rafforzare endemici privilegi per un numero ristretto di persone, a spese della maggior parte delle altre persone. Ciò che accade continuamente all’interno dei vari Governi è che essi cercano di ottenere sempre maggiore potere, per poter controllare i popoli. Parte di questa nostra sfida è quella di mantenerci liberi. La dimensione della meditazione è di affermare che noi siamo cellule di un unico corpo di questo pianeta, e che tutti gli esseri umani, e la vita stessa, vengono prima dell’inimmaginabile ricchezza e del desiderio di accumulo insensato, a spese della maggior parte delle persone, che spesso non riescono a trovare lavoro né a sopravvivere.

Adesso noi abbiamo l’occasione per riavviare l’intero sistema, per rendere la vita il principale fondamento di ciò che si svolge sul pianeta, dove tutti devono potersi sentire al sicuro e liberi. Tutti noi essere umani abbiamo l’opportunità e le risorse per contribuire a realizzarlo, e tutto questo è parte della pratica della meditazione.

Pertanto, se noi siamo presi esclusivamente dal “me” e dal “mio”, tutto ciò non può che essere una forma di attaccamento e di violenza, attraverso cui non solo teniamo le altre persone al di fuori di noi, ma escludiamo ciò che più profondo e migliore di noi stessi, semplicemente per paura, disperazione, tristezza, mentre al contrario la pratica può nutrirci ed è l’antidoto a tutto questo, per poter finalmente imparare a vivere nella nostra natura dando nutrimento a ciò che più profondo e migliore di noi.

Se noi pensiamo in termini globali, universali, noi occupiamo una piccolissima, insignificante parte del nostro Pianeta. E lo stesso Pianeta occupa una parte infinitesimale di questo Universo, che è a sua volta composto da trilioni di stelle e di galassie, che hanno probabilmente altri milioni di pianeti al loro interno, un numero assolutamente impensabile, così come impensabile è il numero di neuroni e di connessioni neuronali che avvengono ogni momento nel nostro piccolo cervello. Dunque noi siamo degli esseri miracolosi che vivono in un universo incredibilmente vasto, e dobbiamo essere noi a prenderci cura del Pianeta, sia che riguardi il surriscaldamento globale, sia che abbia a che fare con questa pandemia. Dobbiamo occuparci dei fondamenti di questo sistema una volta e per sempre. Si tratta di un risveglio molto profondo dell’umanità: coltivare ciò che effettivamente c’è di più profondo, la saggezza, la compassione, e di celebrarlo attraverso la poesia, la musica, la scienza, l’arte e l’educazione, in modo da minimizzare i nostri naturali impulsi alla violenza e da massimizzare invece gli impulsi alla cura e all’aiuto reciproco. Credo quindi che noi stessi siamo parte della pratica, in questo momento, e la sfida per noi è quella di non essere presi troppo dalle nostre narrazioni personali, di non perdere il contatto con “noi”, con la sensazione che ci sia un “grande noi” su questo Pianeta, che possiamo abbracciare. In caso contrario assisteremo alla creazione di un futuro distopico, che addirittura potrebbe far apparire un gioco tutto quello che stiamo vivendo adesso.

Quando prendiamo posto in questo mondo abbiamo la fortuna di essere liberi, ed in quanto tali abbiamo il compito di minimizzare i danni, compresi danni che noi stessi possiamo causare, e di massimizzare il benessere, l’intelligenza e la resilienza.

Sto cercando di essere il più provocatorio possibile, per cercare di far sì che possiamo tutti guardare con un occhio di riguardo coloro che stanno più soffrendo in queste circostanze, e per coloro che ottengono sempre il minimo dalla vita.

Ancora una volta vorrei ringraziare tutti quelli che sono in prima linea, tutti i medici e gli infermieri e le loro famiglie. Sappiate che noi siamo tutti con voi, siamo tutti parte di un’unica rete, senza soluzione di continuità, e vorrei esprimere la più profonda gratitudine per il vostro lavoro, per il vostro essere in prima linea in questi giorni.

In questo periodo stiamo molto spesso usando la metafora della guerra, quando parliamo degli sforzi che vengono fatti per tentare di arginare le vittime di questa pandemia. E tuttavia vorrei sottolineare che la peggiore pandemia che dobbiamo affrontare è la pandemia dell’ignoranza umana, dell’avidità, dell’odio e dell’illusione che spesso ci imprigionano, quando restiamo imbrigliati nelle nostre narrazioni personali. Non credo che tutto ciò possa essere più tollerato. In qualche modo dobbiamo trovare il modo di ricostruire la nostra società e di creare delle leggi che siano l’inverso delle leggi attuali, leggi ingiuste che privilegiano i pochi a spese di tutti gli altri.

 

 

Cesar – Spagna: Ciao Jon, grazie per il fantastico lavoro che stai facendo. Io sono uno psicologo e insegnante di MBSR e ho ripensato spesso in questo momento così difficile che stiamo vivendo a quello che hai detto più volte, di lasciare riposare la mente nella “non conoscenza”, ma attualmente ci troviamo in una situazione così complicata che è difficile seguire il “programma” e quello che mi domando è come poter trasmettere quest’idea soprattutto alle persone che non conoscono l’MBSR. Tu sai che le persone sono preoccupate per l’economia, per il loro lavoro e per tutto ciò che sta accadendo, e naturalmente poter riposare nella “non-conoscenza” è di certo un pensiero molto potente, ma io non so bene come poterlo trasmetterlo alle persone che non praticano la Mindfulness. Pertanto vorrei chiederti qualche suggerimento per riuscire a trasmettere quest’idea.

Jon Kabat-Zinn: Che bella domanda, così toccante ed importante! Hai perfettamente ragione a dire di non sapere come trasmettere quest’idea. Naturalmente nessuno di noi sa cosa succederà nel futuro, ciò che davvero possiamo conoscere è solo il presente, e quando il presente è pieno di sofferenza, di dolore e di paura, allora la maggior parte delle persone vuole scappare e vuole aggrapparsi a qualche tipo di idea che le possa salvare, è naturale e noi tutti stiamo attraversando la medesima situazione. Al momento ci sono tantissime persone che soffrono, solo nelle scorse due settimane negli USA 10 milioni di persone hanno perso il lavoro, forse più di 10 milioni, e probabilmente nella prossima settimana diventeranno 15 milioni! L’economia sta completamente collassando, parlo dell’economia mondiale, e quindi i problemi che insorgono ora riguardano dove posso andare a dormire, come posso continuare a vivere, come posso continuare a dare da mangiare i miei figli, si tratta di problemi esistenziali , quindi non possiamo andare lì e provare ad insegnare loro la meditazione, perché giustamente queste persone risponderebbero “mi stai prendendo in giro? Va’ via da qui!”. Quindi  io credo che la cosa più importante sia ascoltare e lasciare che le persone esprimano il proprio dolore e la propria sofferenza, e di non cadere, come spesso succede in tutte le professioni “terapeutiche”, nell’errore di cercare di aggiustare o di curare necessariamente le persone. In circostanze come queste purtroppo non c’è niente da dire per farle sentire meglio, e loro stessi sanno già che tu non puoi fare niente per loro, e tuttavia quello che puoi fare è connetterti con la loro sofferenza, con il loro dolore. Questo è già un dono in se stesso. Nessuno sa come andranno, le cose quindi non è necessario cercare per forza di voler aggiustare le cose. Al contrario la cosa più importante è di non perdere il tuo cuore, di preservare la bellezza di queste persone nello spazio in cui tu ti stai relazionando con loro, e magari aiutarle anche materialmente, nella maniera in cui ti è possibile, ad esempio portando del cibo, oppure donando del denaro. Nessuno ha la risposta a questi problemi, ma io credo che la risposta risieda  nella gentilezza e nella compassione, e in fin dei conti la tua la tua presenza è la cosa più salutare che puoi donare alle persone in questo momento, senza cercare di insegnare loro ad essere consapevoli, perché questo sarebbe invece un disastro come tu ben sai… Probabilmente la maggior parte delle persone che ha più bisogno di ciò che noi stiamo praticando in questo momento non ha la possibilità di collegarsi qui, in questo spazio, perché ad esempio potrebbe non avere Internet o un computer, o anche solo il tempo di collegarsi qui, perché se tu non hai da mangiare e non sai dove dormiranno i tuoi figli stanotte, o non hai un tetto sopra la testa naturalmente non andrai a meditare, bensì a cercare cibo e riparo, di certo non ti preoccuperai di perfezionare la tua consapevolezza! Non so quanto questo possa aiutarti ma è quello che il mio cuore sta sentendo in questo momento. E ti dirò solo un’ultima cosa, io ho sentito la tua sofferenza mentre facevi questa domanda, e la tua preoccupazione, e se ascolterai profondamente il tuo cuore troverai le risposte giuste per affrontare questa sofferenza, essa ti trasformerà nella persona migliore che intendi essere. È questa la pratica della compassione che cambia tutti noi.

 

 

Giulia – Italia: Ciao, io sto chiamando dalla Francia ma sono italiana. Lavoro qui in Francia come psicologa in una casa di riposo per anziani e vorrei un consiglio da te. Ho cercato di proporre delle sessioni di meditazione per i dipendenti della casa di riposo, perché penso potesse aiutarli in questo momento di enorme stress, e finora sono riuscita a meditare solamente con tre persone. La mia sensazione però in questo momento, è che loro non riescano a capire davvero cosa la meditazione, o a cosa serva davvero. E vorrei sapere da te se puoi darmi qualche consiglio per poterla insegnare in maniera più semplice, e è giusto che lo faccia.

Jon Kabat-Zinn: Proprio l’altro giorno qualcun altro ha posto una domanda molto simile per le persone del pronto soccorso e, come ho detto l’altro giorno, per le persone che non sono state allenate a meditare suggerisco di usare il respiro proprio come un giubbotto di salvataggio, perché l’unica cosa che si può effettivamente fare per aiutare sia se stessi che gli altri è aggrapparsi al proprio respiro. Quando la tua mente impazzisce devi ricordarti di restare aggrappato al tuo respiro, e di nuovo quando la tua mente torna ad impazzire devi aggrapparti di nuovo al tuo respiro, ed è una cosa che tutti possono fare. Non lo definirei nemmeno “meditazione”. Sai le persone hanno delle proprie idee sulla meditazione e spesso non hanno voglia di ascoltare o di essere istruiti su cosa essa sia. A volte le persone diventano sospettose quando si cerca di “promuovere” la meditazione. Quello che stiamo cercando di “promuovere” qui invece è l’interconnessione umana, la consapevolezza umana, la saggezza umana, il cuore aperto degli esseri umani, e quindi usa il tuo essere come strumento per aiutare le altre persone. Usa il tuo cuore per connetterti con loro, abbraccia la loro compassione e la loro sofferenza, e loro riusciranno a sentire il dono enorme che gli stai facendo. È molto importante non provare a “promuovere”, a “vendere”, la meditazione perché fatto in questo modo apparirà come una sorta di proselitismo. Io credo invece che sia far sì che tu stessa devi essere la meditazione. Sii tu la meditazione, sii tu la pratica, piuttosto che insegnare la pratica. In questo momento c’è bisogno di creatività e di immaginazione, ne abbiamo bisogno da parte di tutti, e tutti possono contribuire in maniera differente. Ognuno di noi ha una sorta di “incarico karmico”, e abbiamo bisogno di chiederci qual è il nostro incarico karmico in questo momento. Fidati semplicemente del tuo cuore e andrà bene, e lavorando con le persone vedrai che saranno loro ad insegnarti quello che devi sapere. Buona fortuna!

 

 

Ines – Brasile: Grazie per tutto quello che state facendo per tutti noi. Io sono un’altra psicologa, la terza di fila qui, e la mia domanda è simile a quella di Giulia, prima di me. Lavoro al Brain Institute di Rio de Janeiro, al centro di epilessia, e purtroppo attualmente non posso recarmi all’ospedale per andare a lavorare con i pazienti. Quindi la mia domanda è come posso aiutarli adesso. Al momento ciò che faccio è di contattarli ogni giorno attraverso WhatsApp, e di chiedergli come stanno, se hanno bisogno di me, di far sapere loro che sono qui se ne hanno bisogno, dico loro di ritornare al respiro, come proprio dici tu. Io vorrei aiutarli con tutto il mio cuore, ma purtroppo non posso farlo.

Jon Kabat-Zinn: Quello che stai facendo connettendoti con WhatsApp è bellissimo! Fino dall’inizio di queste sessioni ho sempre sottolineato che l’importante è la connessione, l’interconnessione della nostra natura. Noi stessi siamo biologicamente unici in corpi differenti, siamo anche psicologicamente unici, anche se in corpi differenti, e siamo tutti interconnessi, perché tutti soffriamo allo stesso modo È una delle Quattro Nobili Verità, la prima delle quattro che c’è sofferenza nel mondo, e la pandemia ci sta dimostrando che attualmente la sofferenza è diversa dal tipo di sofferenza che conoscevamo prima del COVID19. Ciò che tu puoi fare, come essere umano, è di restare interconnessa con le persone, e loro sentiranno il tuo cuore, e ti sentiranno presente, si sentiranno “visti”, “riconosciuti”, perché ciò di cui noi abbiamo bisogno è di essere sentiti come esseri umani. Loro sanno che tu non puoi salvarli, nè rendere magicamente diversa la loro vita, però sapranno che possono contare sul tuo cuore, sulla tua presenza. Questo è un dono che possiamo farci l’un l’altro, ed è gratuito, e non ci vuole neanche tanto tempo.

 

 

Lizzy – Polonia: Ciao, grazie per questa cosa meravigliosa che stai facendo. Io sono molto preoccupata per le persone e per ciò che succederà dopo tutto questo terrore, quando la crisi sarà finita. Ho paura che le persone potrebbero diventare ancora più egoiste, perché, sai, durante le guerre noi abbiamo la possibilità di vedere il nemico, sappiamo che stiamo scappando per le nostre vite, e invece adesso stiamo praticando questo distanziamento sociale, siamo costretti a farlo da i nostri Governi, e non sappiamo cosa succederà dopo. Quindi volevo sapere da te cosa pensi di questo.

Jon Kabat-Zinn: Beh innanzitutto io sento profondamente ciò che stai dicendo. Non so cosa succederà, la paura è enorme, ma nessuno di noi sa cosa succederà. Al momento ci sono delle forze oscure, diciamo così, che stanno collocando il potere e il controllo nelle mani di un ristretto numero di persone a spese della stragrande maggioranza della gente. Durante crisi di questo genere, in cui l’economia cade a pezzi, storicamente è sempre accaduto che si dovesse dare la colpa a qualcuno. Nei tempi passati anche qui negli Stati Uniti noi abbiamo bruciato delle donne perché le consideravamo delle streghe, è successo proprio qui nel Massachusetts, dove io vivo. Questo fa parte della storia umana. Ma dobbiamo sapere che ciascuno di noi è una forza. Tu stessa sei una forza e, citando il Dalai Lama, perché non puoi essere tu stesso una forza per il bene? Tu puoi esserlo per le persone che ami di più, perché le persone ti amano e tu ami le persone, il che è già un inizio. E dunque puoi espandere quella forza, in modo da amare più persone, da prenderti cura di più persone e da non rendere te stesso il centro dell’universo. E se tutti noi lo facciamo non c’è forza dell’universo che sia in grado di opporsi a questo tipo di amore. Questo è un invito a riconoscere che il potere della consapevolezza è una forza radicale perché non ha bisogno di altro che di se stesso per sentirsi completo. Perché noi tutti come essere umani siamo già completi, ma lo ignoriamo. Dobbiamo confidare nella bellezza dell’essere umano,  dobbiamo ricordare che è possibile abbracciare questa catastrofe e danzare con essa, anche se certamente non possiamo danzare con un cuore felice, perché è impossibile sentirsi felici quando le persone intorno a noi stanno morendo perché, ad esempio, non ci sono abbastanza respiratori. Come sta accadendo in quello che Trump dice essere “il più grande paese del mondo”, nel quale però non abbiamo abbastanza respiratori perché stiamo facendo dei calcoli politici. Quindi noi contiamo su di te! Tutti contiamo su tutti, per contribuire a questo Rinascimento, a questa nuova fioritura, dove ciascuno di noi può essere un nuovo fiore. Ciascuno di noi può essere parte di questo Rinascimento globale, una volta che avremo superato questa pandemia, e avremmo magari istituito delle leggi che creeranno sicurezza per tutti sul Pianeta, e ridurranno la possibilità di future pandemie. Al momento questa è la nostra “agenda karmica”, per così dire, e il nostro compito karmico è di contribuire a questa riscrittura della storia, in modo da imparare dal momento presente e da poter riscrivere il futuro. È una responsabilità di ciascuno che possiamo costruire tutti insieme partendo da i nostri cuori.

 

 

Per questi momenti finali prendiamo tutti un respiro e riconosciamo che siamo completi in noi stessi, proprio in questo momento. Non importa cosa pensiamo che sia sbagliato o cosa stiamo soffrendo. Cerchiamo di affermare che questo silenzio è sempre disponibile, 24 ore su 24, sette giorni su sette, anche quando ci svegliamo terrorizzati nel cuore della notte. E che questa pratica della meditazione è coltivabile sempre, quando siamo disposti a fare un passo avanti e ad abbracciare la catastrofe e tutto ciò che sta accadendo, senza lasciarci coinvolgere nel flusso dei pensieri, al punto da perdere la testa o il cuore quando ne abbiamo più bisogno. E trovare la generosità, e spensieratezza, e benevolenza, e premura. E che tutto questo è già qui dentro di noi sempre.

 

Alla fine di questa pratica riapriremo i vostri microfoni, per questo nostro saluto di routine, in cui ciascuno di voi potrà dire ciò che ha mente per salutarci.